RACCONTI SENZA INIZIO
INIZIO DEI RACCONTI SENZA INIZIO
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Racconto 16
Luisa Atti
I 5 sensi e il nastro della vita
Amo queste giornate di tarda primavera, silenziose, un po’ assonnate, luminose e tiepide, intervallo fortunato fra la neve dell’inverno e la calura estiva
Assaporo la gioia che mi dona questo piccolo giardino su cui affacciano due casette tri-famigliari e un condominio non troppo grande
Deliziosa la siesta pomeridiana all’aperto con sulle ginocchia Amilcare, il mio gatto nero, che fa le fusa e si lascia fare qualche coccola, poi si allontana, a inseguire farfalle e a dare soddisfazione al suo sia pur ridotto spirito predatorio, ormai limitato a qualche lucertola pigra
La piacevolezza della siesta sta tutta qui, in questo silenzioso pomeriggio profumato, che sottolinea col mutare dei suoi colori il trascorrere del tempo
Il tempo scorre veloce, ogni anno sempre più, e mi sfugge fra le dita, non più tempo ma percezione del tempo: bastano 24 ore e tutto cambia
oggi è solo Mercoledì, la settimana è agli inizi -
domani sarà già giovedì, la settimana volge al termine
Mercoledì, come dato di fatto, oggettivo, razionale, è figlio del calendario
Mercoledì, come percezione, emotiva, soggettiva, è figlia del mio olfatto, lo spirito guida della mia settimana
Oggi, come ogni Mercoledì, Rosetta, interno 5, ha preparato il pranzo per i nipoti: cotoletta e patate fritte
Come ogni giorno i profumi dell’interno 5 si mescolano e si fondono talora con quelli di Giovanna, interno 1 , talaltra con quelli di Pasqualina, interno 4; tre abili cuoche, tre culture regionali che solleticano, con tentazioni diverse, il mio olfatto e stimolano le mie papille gustative
Non sempre le mescolanze si armonizzano, fortunatamente però, quasi fosse una tacita intesa, una resta la nota prevalente, la nota guida dalla giornata
Non c’è dubbio alcuno: la scansione della settimana passa attraverso i loro menù
Per tutt’e tre la domenica parla con i profumi dell’arrosto (Giovanna preferisce il pollo, Rosetta il vitello al latte, Pasqualina il branzino) degni secondi di un primo piatto rigorosamente in brodo, il cui profumo, al sabato, mi dice “sono tornato”
L’immaginazione solletica la mia golosità e nella fondina vedo trovar posto tortellini, passatelli o zuppa imperiale, e vedo le 3 tavole imbandite, la gioia negli occhi dei commensali
Il lunedì ricomincia il rito goloso
In questa giornata, il profumo delle polpettine (riciclo del bollito del sabato) non ha competitori, è l’unico indiscusso aroma, padrone del mio olfatto.
Nelle altre giornate la fantasia delle cuoche prenderà il sopravvento e il palcoscenico dei profumi ospiterà le differenze regionali, in un alternarsi di proposte, dalle quali le mie papille olfattive potranno cercare di indovinare cosa custodiscono le pentole, spaziando fra le note agrumate di Pasqualina e quelle speziate di Giovanna
Ogni Lunedì si riavvolge il nastro della settimana e si ricomincia e io sono in attesa delle periodiche eccezioni al rituale settimanale, eccezioni che si chiamano ricorrenze e portano sentori di cannella, vaniglia o cioccolato, le famose torte di Rosetta
L’unico mio contributo a questo bouquet odoroso è quello dell’irrinunciabile caffè
Profumi, profumi e ancora profumi, quelli gastronomici del mattino paiono dirmi “forza Edo, fai onore al tuo nome”
Oh!!! Scusatemi, non mi sono presentato
Tutti mi chiamano EDO , diminutivo di Edoardo che significa "difensore e custode della propria ricchezza", e la mia ricchezza sta tutta nei miei 4 sensi
Uno svetta su tutti , il gusto, supportato e guidato dall’olfatto e dalla vista.
Si comincia a mangiare con gli occhi e i profumi fanno venire l’acquolina in bocca
Forse è per questo mio piacere (quasi) edonistico che preferisco pensare a Edo come a voce del verbo latino “edere” (mangiare, cibarsi), o meglio degustare, assaporare, centellinare ogni aroma e custodire ogni sapore: così vuole il mio nome
Ma non divaghiamo
I profumi del mattino prepotentemente soverchiano e sfrattano per qualche ora le fragranze di base, che ben presto si riprendono il loro ruolo da protagoniste
L’amarognolo olezzo dell’oleandro si fonde con la penetrante e sensuale fragranza del gelsomino, uniche piante del giardino, e dal giardino salgono a unirsi con quelli del terrazzo di Luisa: menta, rosmarino, alloro, salvia, …. erbe aromatiche che usa di rado (non sono coltivate per la loro utilità, ma per il loro profumo)
A Luisa piace l’aria profumata, e l’incenso e la cedrina si aggiungono alla lavanda
Lo vedo il suo terrazzo nella casetta alla mia destra: un profluvio di colori, e sui fiori si posano le api , il loro battito d’ali non fa rumore
Manca ancora una tessera al mosaico , la fragranza di rose , la colonia preferita da Silvia
Silvia, la donna dei miei sogni, contribuiva a rallegrare la giornata aggiungendo a tutto questo un personale accompagnamento musicale
Amava tanto la musica e mi suggeriva e descriveva i brani che mandava in sottofondo , scelti giorno per giorno fra quelli che allietavano il suo cuore, spaziando da Rossini a Franck Sinatra, dal blues al rock passando per Chopin e Beethoven, a seconda dello stato d’animo del momento; stato d’animo che tentava di spiegarmi, di condividere con me attraverso le registrazioni che aveva scelto e fissato su nastro, che si insinuavano nella mia testa tramite le cuffie che voleva indossassi
Le sue poesie, i suoi racconti, le sue parole scritte, diventavano musica, le onde sonore diventavano vibrazioni di ogni mio tendine e ossicino, le sue emozioni diventavano le mie
Nella ricorrenza di un mio compleanno, mi regalò un nuovo nastro con allegato un biglietto “la bellezza della musica non dipende dal genere musicale, ma dalle emozioni che sa suscitare, in sintonia con lo stato d’animo del momento “
Davanti a me scorrevano albe e tramonti, abetaie e deserti, fiumi popolati da pesci argentei e colorati, prati rossi di papaveri o candidi di margherite, temporali e fuochi d’artificio, mari calmi e cime tempestose, chiazze di colore astratte e sfumate o rigorosamente geometriche, lacrime o volti sorridenti, abbracci coinvolgenti e baci appassionati
Mentre la sua musica si diffondeva nell’aria, le vibrazioni usavano la mia persona, il mio corpo, come supporto per immagini, connesse e suggerite da emozioni e sensazioni
Ora ho solo i suoi nastri da mandare sul registratore, non c’è più lei a scegliere
Ogni giorno riavvolgo un nastro e ogni giorno vorrei riavvolgere il nastro della vita, per rivivere quelli che ora sono solo ricordi, ormai solo percezioni non realtà!
Un “oggi” sospeso fra il passato e un futuro già vissuto, un reiterare immagini, o forse visioni, che solo io conosco e interpreto, sognando la fonte delle mie fantasie
Una mano mi batte sulla spalla
Oggi, come ogni giorno, Amedeo è arrivato, per portarmi in sala di registrazione
indosserò le cuffie, riavvolgerò il nastro di Silvia, lo farò scorrere e vedrò passarmi davanti il passato
È ora di andare in sala di registrazione, seguitemi e mettetevi comodi
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